AFFIDAMENTO CONDIVISO L'OUA SENTITA IN AUDIZIONE DALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO

AFFIDAMENTO CONDIVISO

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L'OUA SENTITA IN AUDIZIONE DALLA
COMMISSIONE GIUSTIZIA
DEL SENATO



L'OUA CONTRARIO AI DDL 957 e 2454, De Tilla (OUA): "La legge esistente è migliorabile, ma i ddl all'esame del Senato mettono a rischio i diritti dei minori. Inaccettabile introdurre la mediazione familiare obbligatoria, sul modello della mediaconciliazione nel processo civile"

Una delegazione dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura (OUA), composta dal presidente, Maurizio de Tilla, dalla coordinatrice della commissione Famiglia dell'Oua, Nicoletta Variati, ha esposto oggi alla Commissione Giustizia del Senato (l’audizione si è conclusa alle 15) le ragioni della contrarietà ai disegni di legge n. 957 e 2454 in materia di affidamento condiviso.

"I disegni di legge in discussione al Senato in materia di affidamento condiviso hanno un'impostazione troppo rigida e rischiano di produrre un effetto opposto a quello che si prefiggono. In gioco ci sono i diritti dei minori, vittime designate nelle situazioni di gravi crisi familiari, per questo chiediamo che le norme allo studio del senato vengano modificate in maniera profonda e al più presto". Questo il primo commento di Maurizio de Tilla, presidente dell'Oua, al termine dell'audizione di fronte alla commissione Giustizia del Senato. "Stabilire criteri rigidi come la ripartizione dell'affido tra i due genitori in due domicili con tempi paritetici, senza alcuna distinzione a situazioni e fasce di età diverse - ha aggiunto de Tilla - può avere gravi conseguenze psicologiche sui minori. L'attribuzione di una doppia residenza al minore, poi, avrebbe conseguenze pratiche incalcolabili (come determinare l'Azienda Usl o il tribunale di competenza? L'assegnazione del medico di famiglia, la scuola?), ricadute sull'anagrafe e sulla normativa generale in materia di residenza, finendo per arrecare un grave pregiudizio al principio di certezza del diritto".
"Esiste, inoltre, il rischio di un aumento esponenziale del conflitto familiare connesso all'introduzione dell'intervento dei nuclei d'origine nei giudizi di separazione - ha spiegato de Tilla - infatti, consentire anche ai nonni la possibilità di intervenire rischierebbe di ingolfare ulteriormente la macchina della giustizia in una materia delicatissima come questa.
Sbagliata la previsione dell'esclusione di un genitore dall'affidamento e l'opposizione all'affidamento condiviso. Inaccettabile inoltre, l'ipotesi di di mediazione familiare obbligatoria, secondo il modello già vigente della mediaconciliazione in altre materie del civile. Un meccanismo non a caso all'esame della Corte Costituzionale che non riduce le controversie e che limita i diritti dei cittadini."

Forte preoccupazione desta, poi, l'eliminazione del riferimento all'interesse morale e materiale dei figli misura che, per Nicoletta Variati, presidente della commissione Famiglia dell'Oua, "compromette l'esercizio del potere ufficioso del giudice in difesa dell'interesse primario del minore, ma non basta. Viene tagliata la possibilità di disporre indagini per individuare la capacità reddituale dei genitori, il che rappresenta 'un regalo' per coloro che occultano redditi e patrimoni per sottrarsi agli obblighi nei confronti dei figli. Sparisce dal disegno di legge - ha aggiunto ancora Variati - quel riferimento al diritto del minore a godere, dopo la separazione, del tenore di vita precedente, insieme al diritto al godimento della casa familiare in caso di convivenza more uxorio del coniuge affidatario, misura che ha pesanti ricadute sui minori stessi".

Secondo il presidente de Tilla "negli ultimi anni l'affidamento condiviso dei figli, introdotto con la legge 54/2006, è stato ampiamente applicato. Lo dimostrano i dati dell'ISTAT e del Ministero della Giustizia secondo cui, nel 2008, l'affidamento condiviso è stato applicato nell'83% delle separazioni consensuali e nel 52,1% di quelle giudiziali. "Ai dati numerici sull'affido condiviso corrisponde un profondo cambiamento culturale della funzione di genitori - ha concluso il presidente dell'Oua - la legge 54/2006 si fonda sul principio della bigenitorialità e, per quanto quella legge sia migliorabile, qualsiasi problema nel processo di crescita di un figlio di fronte alla separazione dei genitori non potrà essere risolto in alcun modo dalle norme imperative indicate nei disegni di legge in discussione".

Roma, 29 giugno 2011

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