AFFIDAMENTO CONDIVISO L'OUA SENTITA IN AUDIZIONE DALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO

AFFIDAMENTO CONDIVISO

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L'OUA SENTITA IN AUDIZIONE DALLA
COMMISSIONE GIUSTIZIA
DEL SENATO



L'OUA CONTRARIO AI DDL 957 e 2454, De Tilla (OUA): "La legge esistente è migliorabile, ma i ddl all'esame del Senato mettono a rischio i diritti dei minori. Inaccettabile introdurre la mediazione familiare obbligatoria, sul modello della mediaconciliazione nel processo civile"

Una delegazione dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura (OUA), composta dal presidente, Maurizio de Tilla, dalla coordinatrice della commissione Famiglia dell'Oua, Nicoletta Variati, ha esposto oggi alla Commissione Giustizia del Senato (l’audizione si è conclusa alle 15) le ragioni della contrarietà ai disegni di legge n. 957 e 2454 in materia di affidamento condiviso.

"I disegni di legge in discussione al Senato in materia di affidamento condiviso hanno un'impostazione troppo rigida e rischiano di produrre un effetto opposto a quello che si prefiggono. In gioco ci sono i diritti dei minori, vittime designate nelle situazioni di gravi crisi familiari, per questo chiediamo che le norme allo studio del senato vengano modificate in maniera profonda e al più presto". Questo il primo commento di Maurizio de Tilla, presidente dell'Oua, al termine dell'audizione di fronte alla commissione Giustizia del Senato. "Stabilire criteri rigidi come la ripartizione dell'affido tra i due genitori in due domicili con tempi paritetici, senza alcuna distinzione a situazioni e fasce di età diverse - ha aggiunto de Tilla - può avere gravi conseguenze psicologiche sui minori. L'attribuzione di una doppia residenza al minore, poi, avrebbe conseguenze pratiche incalcolabili (come determinare l'Azienda Usl o il tribunale di competenza? L'assegnazione del medico di famiglia, la scuola?), ricadute sull'anagrafe e sulla normativa generale in materia di residenza, finendo per arrecare un grave pregiudizio al principio di certezza del diritto".
"Esiste, inoltre, il rischio di un aumento esponenziale del conflitto familiare connesso all'introduzione dell'intervento dei nuclei d'origine nei giudizi di separazione - ha spiegato de Tilla - infatti, consentire anche ai nonni la possibilità di intervenire rischierebbe di ingolfare ulteriormente la macchina della giustizia in una materia delicatissima come questa.
Sbagliata la previsione dell'esclusione di un genitore dall'affidamento e l'opposizione all'affidamento condiviso. Inaccettabile inoltre, l'ipotesi di di mediazione familiare obbligatoria, secondo il modello già vigente della mediaconciliazione in altre materie del civile. Un meccanismo non a caso all'esame della Corte Costituzionale che non riduce le controversie e che limita i diritti dei cittadini."

Forte preoccupazione desta, poi, l'eliminazione del riferimento all'interesse morale e materiale dei figli misura che, per Nicoletta Variati, presidente della commissione Famiglia dell'Oua, "compromette l'esercizio del potere ufficioso del giudice in difesa dell'interesse primario del minore, ma non basta. Viene tagliata la possibilità di disporre indagini per individuare la capacità reddituale dei genitori, il che rappresenta 'un regalo' per coloro che occultano redditi e patrimoni per sottrarsi agli obblighi nei confronti dei figli. Sparisce dal disegno di legge - ha aggiunto ancora Variati - quel riferimento al diritto del minore a godere, dopo la separazione, del tenore di vita precedente, insieme al diritto al godimento della casa familiare in caso di convivenza more uxorio del coniuge affidatario, misura che ha pesanti ricadute sui minori stessi".

Secondo il presidente de Tilla "negli ultimi anni l'affidamento condiviso dei figli, introdotto con la legge 54/2006, è stato ampiamente applicato. Lo dimostrano i dati dell'ISTAT e del Ministero della Giustizia secondo cui, nel 2008, l'affidamento condiviso è stato applicato nell'83% delle separazioni consensuali e nel 52,1% di quelle giudiziali. "Ai dati numerici sull'affido condiviso corrisponde un profondo cambiamento culturale della funzione di genitori - ha concluso il presidente dell'Oua - la legge 54/2006 si fonda sul principio della bigenitorialità e, per quanto quella legge sia migliorabile, qualsiasi problema nel processo di crescita di un figlio di fronte alla separazione dei genitori non potrà essere risolto in alcun modo dalle norme imperative indicate nei disegni di legge in discussione".

Roma, 29 giugno 2011

Ascoltare il minore: professionisti a confronto

Scritto da Maria Lucia Meloni
Giovedì 23 Giugno 2011 00:00

“I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta”. Si tratta di una frase tratta da “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupery che è stata citata durante un interessante incontro formativo che si è tenuto il 9 giugno presso l’Aula Magna della Corte d’Appello di Cagliari. L’evento, “Ascoltare il minore – I professionisti si confrontano” organizzato dall’ Osservatorio del Foro di Cagliari con l’Associazione Movimento per l’Infanzia e Camera Minorile in Cammino, è stato seguito da tantissime persone che hanno affollato la sala; tanti anche i relatori e tutti provenienti da differenti formazioni culturali, e ciò a dimostrazione di quanto l’approccio multidisciplinare sia quello migliore quando si deve cercare di capire quali metodiche vanno messe in atto per riuscire ad ascoltare correttamente e in maniera adeguata il minore. Le relazioni sono state tutte molto stimolanti: ha aperto i lavori Anna Panzali, avvocato e responsabile dei rapporti con la stampa dell’Osservatorio del Foro di Cagliari che ha salutato i presenti e ricordato il filo conduttore della serata: il minore ha bisogno di essere ascoltato anche e soprattutto quando viene in contatto con delle problematiche quali possono essere quelle legate alla “giustizia” e a contatto con gli operatori del diritto che quindi hanno sempre bisogno di essere coadiuvati da vari professionisti come assistenti sociali, educatori, psicologi, mediatori culturali, mediatori familiari, componenti di associazioni di volontariato. A seguire è brevemente intervenuta il Presidente della Corte d’Appello ed ex Presidente del Tribunale per i Minorenni Maria Grazia Corradini da sempre attenta ai minori e alle loro problematiche. Prima dell’inizio dello svolgimento delle relazioni un saluto anche da parte dell’avvocato Rosaria Tarantini dell’Osservatorio del Foro di Cagliari, Eugenia Maxia referente per Cagliari e provincia del Movimento per l’Infanzia, Marina Bardanzellu presidente della Camera Minorile in Cammino, Roberta Usai vice presidente della Commissione per le pari Opportunità della Regione Sardegna.

Si sono succeduti gli interventi del Dott. Igor Olla (Pedagogista, insegna presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Cagliari) sul “Ruolo della scuola nei casi di bullismo: prospettive e modalità di intervento a tutela delle vittime”; Francesca Panzali (psicologa, psicoterapeuta e analista transazionale) con la relazione dal titolo “Separazione, divorzio e affidamento dei figli”; l’avvocato Andrea Coffari (presidente nazionale Movimento per l’Infanzia) ha parlato di “L’etica nell’ascolto del minore, in famiglia e nelle istituzioni. Tutela del minore o autotutela dell’adulto”; in seguito Maria Teresa Portoghese (psicologa) con la “Capacità di ascolto e relazionale nei confronti del minore abusato e/o maltrattato; tecniche di comunicazione”; Tiziana Mori (ricercatrice per l’Università di Cagliari e Responsabile COOPI -Cooperazione Internazionale- Sardegna) è intervenuta con una relazione dal titolo “L’ascolto del minore nelle Convenzioni Internazionali: retorica e diritti dei bambini”; ha concluso gli interventi Elisabetta Buldo, avvocato e segretario nazionale della Camera Minorile in Cammino con “L’ascolto del minore nella giurisprudenza della Corte di Cassazione. Il diritto della difesa”.

Tutti gli interventi sono stati chiari e molto seguiti dal pubblico in aula, attento e partecipe. Se tutte la relazioni hanno avuto come caratteristica anche quella di essere particolarmente ricche di dettagli anche tecnici, due dei temi trattati però sono stati assolutamente di impatto e molto attuali: il bullismo e la pedofilia.

Di bullismo ha parlato Igor Olla. Cosa è il bullismo? E’ una forma di oppressione e di violenza che la vittima sperimenta ad opera di un coetaneo prevaricatore, creando una condizione di profonda sofferenza e di crudele emarginazione dal gruppo. Per poter parlare di bullismo ci devono essere in questa orrenda situazione una serie di caratteristiche: la ripetitività nel tempo, anche con una certa frequenza, delle azioni da parte di alcuni compagni (in genere si tratta di episodi che si manifestano nell’ambito dell’istituzione scuola), all’interno del gruppo dei pari. Il bullo agisce in maniera consapevole con l’intenzione di fare del male, di provocare del danno fisico o psicologico. Il bullo è sempre più forte e carismatico all’interno del gruppo e sarà sempre colui che prevale nei confronti della vittima, che sempre soccombe. Quali possono essere le cause del bullismo? Si tende a considerare almeno quattro possibilità: un atteggiamento negativo di fondo durante le prime fasi dell’infanzia che può dar luogo allo sviluppo di modalità aggressive nel modo di relazionarsi con gli altri; eccessiva permissività e tolleranza dei genitori nei confronti di atteggiamenti violenti manifestati nei confronti dei coetanei; spesso l’uso di punizioni fisiche nei confronti del bambino potrebbe portarlo ad utilizzare le stesse come strumento per far rispettare le proprie opinioni; è importantissimo dare delle regole ai bambini, e far di tutto perché vengano rispettate, ma non è corretto l’uso di punizioni fisiche che poi vengono prese da esempio dai bambini. Il bullismo tende a manifestarsi con maggior frequenza quando i genitori si disinteressano di ciò che fanno i figli quando sono fuori dall’ambiente domestico. Quale in breve può essere il ruolo della scuola? La scuola è il luogo principe dove purtroppo questo fenomeno si verifica. La scuola dovrebbe rispondere in maniera efficace quando questi fenomeni si presentano, indipendentemente dalla gravità che si assegna al gesto. In effetti per gli adulti certi gesti che si ripetono ogni giorno e più volte al giorno a scuola contro un bambino potrebbero apparire come stupidaggini: ma attenzione… non lo sono per il bambino che le subisce! Si tratta di fattori di stress e sofferenza molto forti. La risposta della scuola dovrebbe essere chiara e diretta. Bisogna poi che si segua l’iter della situazione di difficoltà che si è rilevata, e vedere nel tempo come vanno le relazioni tra questi ragazzi, di che tipo sono. Se possibile (spesso non lo è, per carenza nella collaborazione!) è necessario coinvolgere le famiglie già allo stadio iniziale: l’alleanza con i genitori va strutturata! Mettere in atto strategie di controllo e prevenzione è importante nella scuola. Si possono prevenire questi problemi? Si, per prima cosa attraverso progetti di educazione alla legalità ma anche con progetti basati sul modello ludico… attraverso il gioco il problema bullismo emerge e i soggetti lo condividono, ne parlano in classe e si utilizza un metodo che è detto dell’interesse condiviso. La vittima va aiutata, va supportata, attraverso l’insegnamento a rispondere agli insulti, ad avere maggiore autostima, come riuscire a rimanere stabili di fronte a situazioni stressanti; l’intervento deve essere mirato a prevenire e gestire il bullo, ma anche e soprattutto deve servire a rendere consapevole il resto del gruppo del livello di sofferenza della vittima; il bullo, quasi sempre poco empatico difficilmente capisce questo, il resto della classe si! Tornando un attimo al problema comunicazione, come può essere efficace? Dobbiamo usare modalità che mettano al centro le emozioni e i sentimenti dell’interlocutore, portando in primo piano la propria esperienza emotiva secondo quello che è il comportamento dell’altro. Nella comunicazione vi è una strada a due sensi: si deve imparare a parlare ed a ascoltare. Ci fermiamo qui ma ci sarà presto l’occasione di poter discutere con il Dott. Olla di bullismo.

Altro tema caldo, affrontato da Andrea Coffari, è stato quello della pedofilia. Nei confronti dei bambini c’è un vuoto, una mancanza di tutela e di normative. L’avvocato Coffari ha esposto il suo punto di vista sull’etica dell’ascolto del minore che riproponiamo in breve ritenendolo notevolmente interessante. La tesi di fondo è quella del cosiddetto ”adultocentrismo”: noi adulti abbiamo sviluppato una società costruita ad uso e consumo dell’adulto che non ha tenuto conto delle esigenze e del punto di vista del bambino. A livello storico diciamo che le categorie sociali hanno cominciato ad avere tutele solo a partire dagli ultimi cento anni; ma non c’è storia di emancipazione dei bambini, non esiste, in quanto manca una regolazione politica, sociale e legislativa adeguata nei confronti dei minori. Facciamo esempi illustri come lo scrittore illuminista francese Voltaire, o lo psicanalista Freud, per limitarci a due nomi notissimi, che possiamo dire siano figli del loro tempo e che hanno scritto delle cose allucinanti sui bambini… rimanendo sul tema della tutela e dei diritti dei minori… concetti assurdi che oggi per fortuna sono completamente stravolti. Andrea Coffari ha fatto riflettere l’uditorio sul concetto di ascolto: cos’è l’ascolto? E’ un concetto che si è sviluppato tanto negli ultimi decenni a partire dalla Conferenza dei Diritti del Fanciullo di New York del 1989. Ma noi trattiamo questo tema da “adultocentrici” e in maniera grossolana. Infatti questi diritti che riguardano i minori non ci interessano veramente, non hanno valenza economica (che poi è il motore di tutte le azioni di un adulto!). Il diritto all’ascolto non si deve limitare alle parole ma deve essere concretizzato nelle maniere adeguate: sono necessarie delle norme che lo riconoscano; sono necessarie le competenze adatte per permettere di sentire ma anche di ascoltare il bambino. Non si tratta di sinonimi, sentire e ascoltare, infatti possiamo sentire un bambino, ma non riuscire a capirlo, quindi non riuscire ad ascoltarlo! L’ascolto deve necessariamente comprendere anche la responsabilità, ossia bisogna capire le esigenze e determinare la conclusione del percorso di ascolto del minore. Il bambino impara a capire che vale e a dare dignità alla propria persona a seconda del tipo e della qualità di ascolto che riceve. Se un bambino piccolo si esprime attraverso le proprie modalità di comunicazione e nessuno lo ascolta ne riceve un trauma e un messaggio di svalutazione del suo processo evolutivo. Il diritto all’ascolto per il bambino equivale all’articolo 21 della nostra Costituzione, il diritto alla libera manifestazione del pensiero, che è fondamentale. Noi non abbiamo un diritto costituzionale per i bambini sull’ascolto; nel codice civile manca il diritto del bambino ad essere mantenuto, educato e istruito, c’è il dovere dei genitori, ma è cosa ben diversa! Il diritto all’ascolto è previsto solo nel momento della crisi giudiziaria, ma questo è un diritto sezionato, parziale, non adeguatamente descritto a livello di normativa! Bisogna ascoltare le esigenze dei bambini e degli adolescenti e dare davvero alle motivazioni addotte da essi il giusto peso e la corretta importanza!

Coffari poi legge all’uditorio alcuni brani sulla pedofilia. Un autore dice che la violenza sessuale sui bambini da parte di genitori è da capire, da scusare, era anticamente una pratica diffusa e questi genitori devono essere aiutati a capire e a non crearsi sensi di colpa! Il genitore è giustificato nel suo comportamento pedofilo… si tratta di una lettura dura e sconvolgente in alcuni tratti… i bambini presentano ogni tipo di comportamenti sessuali: etero, omo, auto; non hanno problemi nel carezzarsi qualsiasi parte del corpo anche quelle intime; i bambini sono dei perversi polimorfi!!! Questa è una lettura tratta da Freud. Nonostante per altri versi fosse una grande mente, nei confronti delle competenze sui bambini… beh!!! Un altro libro, altro autore ed ecco che dalla lettura in aula fatta da Coffari sono svelate quelle che secondo questo autore sono le perversioni dei bambini… sorvoliamo sulle descrizioni dei particolari, bambini che fanno la doccia con il padre, ecco che vengono fuori quelle che secondo questo autore potrebbero essere le fantasie che sovvengono alla mente dei bambini; questi padri sono sfortunati in quanto le leggi puniscono i rapporti tra padri e figli piccolini e bambini in genere! Fa impressione sentire leggere queste righe, ma le ha scritte una persona che senza mezzi termini si può dire che stia promuovendo la pedofilia! Questo autore è uno psichiatra statunitense, Richard Gardner che ha proposto la PAS nel 1985 (Sindrome Alienazione Parentale) che gli psicologi, pedagogisti e giuristi conoscono bene, considerando quanto sia oggetto di dibattito e ricerca, in ambito scientifico e legale; la sindrome non è infatti riconosciuta come un disturbo psicopatologico da parte della grande maggioranza della comunità scientifica e legale.

Prima si parlava di bullismo e anche Coffari interviene con un flask: noi nella nostra legislatura abbiamo il reato di stalking e la stessa cosa dovrebbe essere traslata sui bambini; l’atto di prepotenza dello stolker equivale in tutto e per tutto a quello del bullo sulla sua piccola vittima. Di bullismo se ne parla, ma cosa succede quando accade un atto di bullismo in una scuola? L’istituzione scolastica fa quadrato, si “autotutela”.

A Cagliari il Movimento per l’Infanzia, con l’avvocato Andrea Coffari in prima persona, ha assunto la difesa di una bambina di 11 anni vittima in un caso di violenza istituzionale. La vicenda ha assunto aspetti paradossali e peculiari. Ancora oggi la famiglia lotta per ottenere giustizia; chiediamo qualcosa in proposito all’avvocato Coffari che ha assunto la difesa della bambina e della famiglia.

D = Lei ha parlato di “autotutela” che istituzioni come la scuola, mettono in atto quando si trovano di fronte a situazioni come atti di bullismo o di violenza sui minori che avvengono dentro le mura scolastiche; secondo lei per quali motivi la scuola in questi casi si “autotutela”?

R = Tutte le istituzioni si “autotutelano” in quanto mancano di strumenti di natura etica. Il fattore “adultocentrismo” invita all’autodifesa nei momenti di “crisi” proposti dai bambini. Eticamente viene accettato che istituzioni e adulti si difendano da denunce provenienti da bambini; l’istituzione di ciò ne fa un’abitudine. Anche l’istituzione famiglia si “autotutela” quando per esempio avvengono violenze sessuali in famiglia. In Italia ci sono circa 50 mila casi di violenza sessuale all’anno; le denunce sono circa 500! Come si può notare il meccanismo di ”autotutela” è enorme! Abbiamo prima accennato alla scuola: anche qui il discorso è lo stesso. Non si cerca di capire la situazione ma ci si “blinda” attorno al problema.

D = A che punto è il caso della bambina che il Movimento per l’Infanzia sta difendendo a Cagliari?

R = Io stesso come legale seguo questo caso. In questo episodio è ampiamente dimostrato quanto la bambina abbia subito atti di violenza fisica e psicologica molto gravi a scuola. I genitori hanno denunciato i fatti sia a livello amministrativo che penale, cercando una tutela. Ad oggi, dopo alcuni anni, non si è mosso nulla, non c’è stata nemmeno una censura. A livello penale ci sono delle perplessità, non si sa che vogliano fare i Pubblici Ministeri… A livello disciplinare non si è fatto niente, nonostante un Ispettore Ministeriale abbia confermato gli atti di violenza. Ma né nei confronti del Dirigente, né degli insegnanti sono state prese misure disciplinari. La bambina ha sofferto molto, ma ora sta meglio; purtroppo né lei né la famiglia hanno trovato giustizia. Stiamo combattendo.

D = Questo caso secondo lei è anomalo o ce ne sono tanti di questo genere?

R = Ce ne sono molti, ma non vengono alla luce in quanto scatta il famoso meccanismo di “autotutela”: la scuola fa quadrato attorno a insegnanti e Dirigenti. Inoltre da dire che le famiglie non sono abituate a difendersi come dovrebbero, a combattere contro qualcosa che in questi momenti sembra più grande di loro. Molte famiglie a un certo punto si ritirano, non vanno oltre e questo è un grosso dramma!

Alla luce di questo e di tutto quello che abbiamo detto arriviamo alla conclusione: la tutela del minore non può prescindere dal suo ascolto attento. Il ruolo fondamentale degli psicologi, degli educatori, degli assistenti sociali, dei mediatori familiari, degli insegnanti e degli operatori del sociale non può prescindere da una presa di coscienza da parte degli operatori del diritto quali avvocati e magistrati. E’ partendo da questo presupposto che si è ritenuto di fondamentale importanza collaborare affinché vi sia uno scambio culturale ed un confronto tra le varie professionalità interessate nella tutela del minore coinvolto nella giustizia a vario titolo (dalle separazioni ai divorzi e agli affidamenti, ai reati, sino ad arrivare all’accoglienza dei profughi, alle vittime di violenze, abusi, maltrattamenti, bullismo, per arrivare ai diritti calpestati, alla pedofilia e alla pedopornografia).

I bambini che sono gli adulti di domani, hanno diritto ad un’infanzia serena, protetti dall’egoismo, dalle inquietudini, dalla violenza e dalle perversioni degli adulti di oggi; solo assicurando il rispetto e l’armonia delle relazioni potremo sperare un giorno di vivere in un mondo dove gli abitanti si possano definire appartenenti a una società civile! Una società civile degna di questa denominazione deve essere in grado di intercettare i bisogni dei bambini e di riconoscerne la dignità di essere umano… i primi anni di vita sono un momento quasi sacro che ci dovremmo impegnare a tutelare.

Maria Lucia Meloni

http://www.sardinianetwork.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=191:ascoltare-il-minore-professionisti-a-confronto&catid=57:sociale&Itemid=65


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Cagliari: "Ascoltare il Minore, i Professionisti si Confrontano" - comunicato conclusivo


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COMUNICATO STAMPA CONCLUSIVO

INCONTRO FORMATIVO

“ASCOLTARE IL MINORE

I PROFESSIONISTI SI CONFRONTANO”


L’Osservatorio del Foro di Cagliari con l’Associazione Movimento per l’Infanzia e Camera Minorile in Cammino, hanno organizzato ieri 9 giugno 2011 dalle ore 15.30 alle ore 20.00 in Aula Magna della Corte d’Appello di Cagliari, l’evento formativo “Ascoltare il minore – I professionisti si confrontano”.

L’appuntamento è stato introdotto alle 15.30 dalla Dott.ssa M. Grazia Corradini (presidente della Corte d’Appello di Cagliari ed ex Presidente del Tribunale per i Minorenni) e coordinato dall’Avv. Anna Panzali del Foro di Cagliari. La Dott.ssa Tiziana Mori (Ricercatrice (PHD) Università di Cagliari – Responsabile COOPI Sardegna) è intervenuta con una relazione dal titolo “L’ascolto del minore nelle Convenzioni Internazionali: retorica e diritti dei bambini. poi è stata la volta della Dott.ssa Francesca Panzali (psicologa - psicoterapeuta e analista transazionale) con la relazione dal titolo "Separazione, divorzio e affidamento dei figli: situazione a rischio di PAS (Parental Alienation Syndrome). Tecniche di gestione del rischio." è intervenuto poi l’Avvocato Andrea Coffari (Presidente Nazionale Movimento per l'Infanzia) con "L'etica nell'ascolto del minore, in famiglia e nelle istituzioni. Tutela del minore o autotutela dell'adulto?"; in seguito la Dott.ssa Maria Teresa Portoghese (Psicologa) ha parlato della "Capacità di ascolto e relazionale nei confronti del minore abusato e/o maltrattato. tecniche di comunicazione"; il Dott. Igor Olla (Pedagogista, professore a c. di Pedagogia Generale e di Pedagogia Generale e sociale, Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università degli Studi di Cagliari) ha relazionato sul "Ruolo della scuola nei casi di bullismo: prospettive e modalità di intervento a tutela delle vittime"; infine l’Avvocato Elisabetta Buldo (Segretario Nazionale Camera Minorile in Cammino) ha chiuso il seminario con la relazione dal titolo “L’ascolto del minore nella giurisprudenza della Corte di Cassazione. Il diritto della difesa”.

In apertura la Presidente dell'Osservatorio del Foro di Cagliari, avv. Rosaria Tarantini, la Presidente della Camera Minorile in Cammino di Cagliari, avv. Marina Bardanzellu e la Referente del Movimento per l'infanzia di Cagliari, dott.ssa Maria Eugenia Maxia hanno brevemente introdotto il convegno e salutato i presenti.

L'evento ha suscitato così tanto interesse che i posti disponibili si sono esauriti in tempi rapidissimi e sono state rifiutate centinaia di iscrizioni tanto che gli organizzatori non escludono di poter organizzare un altro incontro formativo. Hanno partecipato 220 avvocati e 120 diverse professionalità a conferma dell'interesse trattato: magistrati del Tribunale dei Minorenni, assistenti sociali, educatori, psicologi, medici pediatri, infermieri, insegnanti, ricercatori universitari, giornalisti, dirigenti di comunità per minori, sindacalisti, mediatori culturali, mediatori familiari, associazioni di volontariato e la Commissione Regionale Pari Opportunità al completo la cui Vice Presidente, Avv. Roberta Usai è intervenuta per un saluto e per comunicare che la Commissione ha finanziato un corso destinato agli insegnanti della scuola primaria e secondaria teso a formarli sull'ascolto del minore anche per saper riconoscere i segnali di maltrattamenti o abusi.


Una particolarità che ha colpito i partecipanti è stata il fatto che l'accoglienza, la registrazione e perfino la compilazione e la consegna degli attestati è stata effettuata dal gruppo dei giovanissimi del Movimento per l'infanzia di Cagliari composto da 12 ragazzi minorenni dai 9 ai 16 anni. La collaborazione dei minori è stata inserita con valore simbolico per i professionisti presenti, ma anche come percorso educativo per le giovani generazioni.


Le relazioni dei professionisti che si sono confrontati sono state impostate in chiave critica e propositiva e hanno evidenziato l'inadeguatezza della normativa vigente, vuoti legislativi e necessità di riforme.

Gli avvocati e i professionisti si sono sempre battuti per l'ascolto del minore. Il legislatore ha iniziato a recepire questa esigenza, ma i casi previsti in cui lo stesso deve essere sentito sono ancora molto riduttivi. Siamo ancora lontani dalla piena applicazione della normativa internazionale e i diritti della difesa vengono lesi dalla attuale modalità di ascolto del minore.


informazioni:


Avv. Anna Panzali – responsabile rapporti con la stampa dell’Osservatorio del Foro di Cagliari sito web www.osservatoriodelforodicagliari.it


Avv. Marina Bardanzellu - Presidente della Camera Minorile in Cammino Sede di Cagliari www.cameraminorile.com


dott.ssa Maria Eugenia Maxia - Referente per Cagliari e provincia del Movimento per l'Infanzia Sito web www.movimentoinfanzia.it

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Firenze 11 giugno: Etica nell'ascolto del Bambino - Ospedale Pediatrico Meyer


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Il Gruppo Abusi Infanzia e Adolescenza del Meyer

e il Movimento per l’infanzia

.

propongono il seminario

.

“Etica nell’ascolto del Bambino”



Sabato 11 giugno, Aula Magna AOU Meyer



Firenze – “Etica nell’ascolto del bambino”. E’ il tema al centro del seminario che sabato 11 giugno, a partire dalle ore 9 si terrà presso l’Aula Magna dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze. L’iniziativa è organizzata dal GAIA (Gruppo Abusi Infanzia e Adolescenza) del Meyer e dal Movimento per l’Infanzia ed è indirizzata ad avvocati, medici, psicologi, pediatri, psicoterapeuti, infermieri, assistenti sociali e tutti coloro che operano nel sociale . L’evento si aprirà con la Lectio Magistralis della Professoressa Monica Toraldo Di Francia (Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Filosofia, Bioetica).

“Questo seminario – spiegano la Dott.ssa Stefania Losi, il Dott. Mario Puccioni e l'avvocato Girolamo Coffari, organizzatori dell'evento - è la sede dove riflettere e individuare i migliori metodi clinici e giuridici che si devono poter applicare nell’accoglienza e nella tutela di un minore in ambito di abuso. Il seminario si propone di raggiungere un duplice obiettivo che è quello di formare gli operatori ed aumentare la qualità della risposta istituzionale attraverso l’integrazione delle diverse competenze orientate alla tutela del bambino”.

Il diritto all’ascolto del minore è un concetto di recente elaborazione culturale e rappresenta una delle più importanti conquiste sociali,psicologiche e giuridiche a favore dei bambini degli ultimi decenni. L’operazione dell’ascolto risulta quindi oggettivamente complessa e necessita, quale condizione irrinunciabile di un’ adeguata competenza da parte degli operatori. “Ascoltare un minore significa però essere anche in grado di rispondere alle istanze di tutela che derivano proprio dal corretto ascolto. La Responsabilità e la Competenza quindi obbligano le istituzioni ad un impegno formativo rivolto agli operatori chiamati ad occuparsi del benessere dei bambini e ad un efficace dialogo fra le diverse competenze (famiglia- centri di ascolto- psicologi – pediatri – medici del pronto soccorso - avvocati – assistenti sociali – magistrati).

GAIA. Il Gruppo GAIA nasce nel 2002 al Meyer prendendosi carico di tutti quei minori sospetti vittime di abusi. L’esperienza nata con due medici, nel corso degli anni è stata via via integrata con operatori dai vari profili professionali. Attualmente fanno parte di GAIA operatori con differenti profili: pediatri, ginecologhi, medici di pronto soccorso, psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali. GAIA è il punto di riferimento all’interno del AOU Meyer per l'assistenza ai minori coinvolti in queste delicate situazioni e di riferimento anche per le autorità competenti nel rispondere con alta qualificazione professionale a tutta quella legislazione internazionale e nazionale di tutela ai minori che si sospetta essere vittima di abuso.


MOVIMENTO PER L'INFANZIA . Il Movimento per l'Infanzia è una realtà nazionale attivata dall'esperienza dell'Avv. Andrea Girolamo Coffari da anni impegnato nella tutela del bambino in ambito legale. Attualmente il Movimento per l'Infanzia svolge un'intensa attività di formazione a livello nazionale sulle tematiche del minore e della sua tutela. Si avvale di un nutrito gruppo di collaboratori in tutta Italia e si propone di creare una realtà di consulenza ed assistenza per le famiglie ed i minori che si imbattono in cause legali. Il presupposto di base del lavoro del Movimento per l'Infanzia è che i bambini sono una categoria sociale discriminata, e che la società civile moderna è ancora oscurata da modelli adultocentrici.

Cagliari 9 giugno: "Ascoltare il minore - I professionisti si confrontano"


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INCONTRO FORMATIVO

“ASCOLTARE IL MINORE

I PROFESSIONISTI SI CONFRONTANO”

L’Osservatorio del Foro di Cagliari con l’Associazione Movimento per l’Infanzia e Camera Minorile in Cammino, organizzano per il 9 giugno 2011 dalle ore 15.30 alle ore 20.00 in Aula Magna della Corte d’Appello di Cagliari, l’evento formativo “Ascoltare il minore – I professionisti si confrontano”.

L’appuntamento sarà introdotto alle 15.30 dalla Dott.ssa M. Grazia Corradini (presidente della Corte d’Appello di Cagliari ed ex Presidente del Tribunale per i Minorenni) e sarà coordinato dall’Avv. Anna Panzali del Foro di Cagliari. La Dott.ssa Tiziana Mori (Ricercatrice (PHD) Università di Cagliari – Responsabile COOPI Sardegna) interverrà con una relazione dal titolo “L’ascolto del minore nelle Convenzioni Internazionali: retorica e diritti dei bambini”; poi sarà la volta della Dott.ssa Francesca Panzali (psicologa - psicoterapeuta e analista transazionale) con la relazione dal titolo "Separazione, divorzio e affidamento dei figli: situazione a rischio di PAS (Parental Alienation Syndrome). Tecniche di gestione del rischio."; interverrà poi l’Avvocato Andrea Coffari (Presidente Nazionale Movimento per l'Infanzia) con "L'etica nell'ascolto del minore, in famiglia e nelle istituzioni. Tutela del minore o autotutela dell'adulto?"; in seguito la Dott.ssa Maria Teresa Portoghese (Psicologa) ci parlerà della "Capacita' di ascolto e relazionale nei confronti del minore abusato e/o maltrattato. tecniche di comunicazione"; il Dott. Igor Olla (Pedagogista, professore a c. di Pedagogia Generale e di Pedagogia Generale e sociale, Facoltà di medicina e chirurgia dell'Università degli Studi di Cagliari) ci relazionerà sul "Ruolo della scuola nei casi di bullismo: prospettive e modalità di intervento a tutela delle vittime"; infine l’Avvocato Elisabetta Buldo (Segretario Nazionale Camera Minorile in Cammino) chiuderà il seminario con la relazione dal titolo “L’ascolto del minore nella giurisprudenza della Corte di Cassazione. Il diritto della difesa”.

L'evento ha suscitato così tanto interesse che i posti disponibili si sono esauriti in tempi rapidissimi e siamo molto spiacenti di aver dovuto rifiutare tante richieste. Parteciperanno all'evento 220 avvocati, 120 diverse professionalità a conferma dell'interesse trattato: assistenti sociali, educatori, psicologi, medici pediatri, infermieri, insegnanti, ricercatori universitari, giornalisti, dirigenti di comunità per minori, sindacalisti, mediatori culturali, mediatori familiari, associazioni di volontariato.

Le Associazioni che organizzano

L'Osservatorio del Foro di Cagliari è una libera associazione di professionisti avvocati, patrocinatori e praticanti avvocati. L'associazione è apolitica, apartitica e non persegue finalità di lucro. Le principali finalità sono quelle di raccogliere proposte, istanze, doglianze per disfunzioni o disservizi riferibili a tutte quelle attività nelle quali sono coinvolti i legali ed i cittadini nel settore giustizia, per rappresentarle formalmente alle autorità ed agli organi istituzionali competenti seguendone l'iter, l'istruzione e la loro definizione.

Altro importante compito dell'Osservatorio è quello di occuparsi di formazione e aggiornamento professionale per la categoria forense garantendo, per quanto possibile, la partecipazione gratuita ed aperta a tutti, con particolare attenzione per quelle materie ed argomenti di interesse generale con un taglio eminentemente pratico. Presidente: Avv. Rosaria Tarantini.

informazioni: Avv. Anna Panzali – responsabile rapporti con la stampa dell’Osservatorio del Foro di Cagliari

CamMiNo-Camera Minorile Nazionale

fondata nel 1999 –con sede nazionale in Roma e oltre 30 sedi territoriali – è un’associazione nazionale di avvocati che operano prevalentemente nel campo del diritto minorile e di famiglia. Ha tra gli scopi associativi lo studio, la ricerca, la formazione e l’aggiornamento professionale di figure altamente specializzate nell’ambito delle suddette discipline. Obiettivi prioritari sono la promozione e la tutela dei diritti delle persone, soprattutto dei soggetti deboli (persone in età evolutiva, donne, terza età, immigrati) nell’ambito della famiglia e delle formazioni sociali.

CamMiNo è nata quindi con il preciso intento e la piena consapevolezza di porsi come soggetto attivo e socialmente responsabile di un percorso di rinnovamento e di riforma che ponga la persona umana –e in particolare quella minore di età- al centro del sistema delle relazioni familiari e con l’esplicito fine di suscitare riflessione e una rinnovata attenzione alle tematiche del diritto minorile e delle relazioni familiari. Sito web www.cameraminorile.com

La Presidenza a livello nazionale è affidata all’Avv. Maria Giovanna Ruo, mentre la sede territoriale di Cagliari è presieduta dall’Avv. Marina Bardanzellu.

ll Movimento per l'Infanzia nasce dall'idea che i bambini sono una categoria sociale discriminata, che la società civile moderna è ancora oscurata da modelli adultocentrici che permettono che nel mondo milioni di bambini muoiano di fame, siano impiegati nel lavoro, nelle guerre, siano vittime di violenze sessuali, nel sostanziale immobilismo di una società adulta che sembra indifferente e impotente innanzi a questa ecatombe della coscienza. Il Movimento per l'Infanzia propone di aggiungere alle opere di carità il riconoscimento autentico e concreto dei diritti dei bambini, aggiungere cioè all'aiuto che può arrivare ad alleviare la sofferenza di qualche bambino, una nuova cultura politica, sociale e giuridica che imponga ai popoli il rispetto del periodo sacro e inviolabile della vita: l'infanzia. I bambini hanno diritto ad un'infanzia serena, protetti dall'egoismo, dalle inquetudini, dalla violenza e dalle perversioni degli adulti, solo assicurando il rispetto e l'armonia delle relazioni ai bambini potremo sperare un giorno di vivere in un mondo che conosca davvero la pace. Presidente Nazionale è l'avv. Andrea Coffari. Referente per Cagliari e provincia dott.ssa Maria Eugenia Maxia. Sito web www.movimentoinfanzia.it

A Cagliari il Movimento per l'Infanzia ha assunto la difesa di una bambina di 11 anni vittima in un caso di violenza istituzionale. La vicenda ha assunto aspetti paradossali e peculiari. Ancora oggi la famiglia lotta per ottenere giustizia.


L'ascolto e la tutela del minore

La tutela del minore non può prescindere dal suo ascolto attento, soprattutto in un periodo come questo. Il minore odierno, infatti, è ben diverso dai suoi fratelli più grandi: il 33,6% degli adolescenti appare sfiduciato sulla possibilità di raggiungere l’obiettivo di laurearsi, il 49,4% di ottenere un lavoro stabile, il 42,9% di ottenere un lavoro che piace (dati EURISPES). I giovani hanno quindi precocemente assorbito le incertezze e le incognite a cui la società complessa costringe e che rischiano di gravare soprattutto sul loro futuro. Non a caso si ripete spesso che queste sono le prime generazioni le cui prospettive indicano un futuro non migliore ma peggiore di quello dei loro genitori.

Il 10,2% dei bambini tra i 7-11 anni ha inserito on line filmati girati con il telefonino, l'1,2% ''per prendere in giro i ragazzi ripresi''. Un bambino su quattro è vittima di bulli ''tradizionali''; ne è stato testimone, solo a scuola, il 32,1% dei bambini ed il 42,1% degli adolescenti (dati EURISPES). Un milione di bambini in Italia assistono ad atti di violenza in famiglia (dato fornito da Save the Children). Secondo dati forniti da "Giù le mani dai bambini", comitato per la farmacosorveglianza pediatrica, un bimbo su cinque usa psicofarmaci.

A proposito della loro tutela è attualmente tanto dibattuta la modifica della legge sull’affidamento condiviso (Ddl. 957): dati rilevati dall’ISTAT e dal Ministero della Giustizia mediante la compilazione obbligatoria dei questionari che vengono redatti durante i procedimenti di separazione e divorzio consensuali o contenziosi a cura della cancelleria, rilevano come l’affidamento condiviso nell’anno 2008 sia stato applicato nella percentuale dell’83% nelle separazioni consensuali e in quelle giudiziali nella misura del 52,1%. Secondo le più rappresentative associazioni per i diritti dei minori il disegno di legge, così come formulato, finisce per tutelare molto di più i diritti degli adulti che quelli dei fanciulli.

In questo quadro sconfortante, è chiaro che si debba partire dall’ascolto del minore per riuscire a migliorare le condizioni di vita attuali e future dei bambini e degli adolescenti.

Il ruolo fondamentale degli psicologi, degli educatori, degli assistenti sociali, dei mediatori familiari, degli insegnanti e degli operatori del sociale non può prescindere da una presa di coscienza da parte degli operatori del diritto quali avvocati e magistrati.

È partendo da questo assunto che si è ritenuto di fondamentale importanza collaborare affinché vi sia uno scambio culturale ed un confronto tra le varie professionalità interessate nella tutela del minore coinvolto nella giustizia a vario titolo (separazioni, divorzi e affidamenti, reati, accoglienza profughi, vittime di violenze, abusi, maltrattamenti, bullismo, diritti calpestati, pedopornografia, etc).

Partecipa inoltre all'incontro formativo:

Coopi (Cooperazione Internazionale), ong laica e indipendente, ufficialmente riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri, che dal 1965 agisce per assistere le popolazioni in casi di emergenza (catastrofi e conflitti) e per favorire il loro sviluppo civile, economico, sociale. L'associazione interviene in Africa, America Latina e Medio Oriente attraverso progetti che integrano diversi settori: agricoltura, formazione, salute, acqua e igiene, servizi socio-economici, assistenza umanitaria, diritti umani e migrazioni (www.coopi.org). La Responsabile di Coopi per la Sardegna è la dott.ssa Tiziana Mori, ricercatrice specializzata in Promozione e tutela dei diritti dell’infanzia (PhD).


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